La Villa Ciani sorge in mezzo al suo magnifico parco, pressapoco sul posto dove, secondo le notizie degli storici e la tradizione, si trovava anticamente il Castello maggiore di Lugano. Infatti, fino al 1898 l'attuale Piazza Indipendenza, dalla quale si entra nel Parco, si chiamava Piazza Castello, e le piccole costruzioni rustiche confinanti con la piazza stessa, ora in parte demolite, conservano ancora una disposizione che può farle credere edificate su residui di fortificazioni.
Nel 1513 il Castello passò dai Duchi di Milano agli Svizzeri, i quali trovandolo in pessime condizioni e bisognoso d'importanti restauri, preferirono demolirlo, nel 1517. Nel 1558 furono riempiti i fossi, e il terreno dove prima sorgeva il castello fu venduto a certo Giovanni del Verda che vi costrusse alcune case. Verso la fine del secolo XVII, Carlo Corrado di Beroldingen, Landscriba dei Signori Svizzeri per il Baliaggio di Lugano, fece edificare al posto di quelle case, il suo palazzo, dopo che, avendo venduto il suo possedimento di Sonnenberg in Turgovia, si fu stabilito definitivamente a Lugano. Contemporaneamente egli si faceva costruire la Villa Favorita a Castagnola ed anche la chiesetta annessa al Castello di Magliaso che, probabilmente, egli aveva fatto restaurare in parte.
I pilastri del cancello che dal Parco si apre verso settentrione sulla Piazza Castello (dove ora si tiene il mercato), sono ancora sormontati dai leoni araldici dei Beroldingen.
Nel 1759 il palazzo fu acquistato da Modesto Farina di Lugano, vescovo di Padova, che poi lo rivendette a Bernardo Vanoni.
Nel 1839 la rivoluzione ticinese costrinse il Dott. Vanoni a fuggire dal Cantone e allora egli vendette il palazzo ai Fratelli Ciani. Essi incaricarono l'architetto Cereghetti, (che costrusse poi per loro anche l'Albergo del Parco al posto del convento degli Angeli, nel 1852), di trasformare l'antico palazzo, e così ebbe origine la bella villa attuale, che conserva il carattere dello stile neoclassico nella linea architettonica, ma che nei particolari dell'interno e soprattutto nelle decorazioni pittoriche, dimostra il gusto alquanto dubbio, dominante verso la metà dell'800.
Si deve però ritenere che la massa dell'edificio rimase qual'era precedentemente, come si può rilevare osservando la veduta di Lugano incisa dall'arch. Giorgio Fossati e riprodotta nella tavola 70, dove si vede l'edificio che doveva essere il palazzo Beroldingen con dimensioni e forma poco diverse dall'attuale villa Ciani.
Nel 1842 Giacomo Ciani che aveva acquistato la Tipografia Ruggia, la collocò nella Villa, dandole il nome di Tipografia della Svizzera italiana, e assumendone l'esercizio con l'aiuto ed il consiglio di G. B. Passerini. In quel tempo, il secondo piano era appigionato allo Stato del Cantone Ticino, che vi teneva le sedute del Gran Consiglio nel periodo in cui si trovava a Lugano.
Alla morte dei Ciani, la villa passò al loro nipote Dott. Antonio Cabrini e poi alla famiglia Dell'Acqua di Milano che la vendette al Comune di Lugano nel 1912 a condizione che sia sempre e soltanto destinata a scopi di utilità pubblica, insieme col parco che la circonda. Nella Villa si trovano ora il Museo storico ed il Museo Caccia.
I rilievi riprodotti dimostrano che la villa era destinata ad una famiglia signorile. Il pianterreno è occupato dalle sale: l'entrata padronale è protetta da una grande veranda chiusa da vetrate, alla quale corrisponde il terrazzo del primo piano. Ivi si trovano i locali che probabilmente servivano da camere da letto, mentre i locali del personale occupavano l'ammezzato soprastante, il quale era collegato con tutti i piani per mezzo di una scala di servizio perfettamente dissimulata.
Esternamente l'aspetto della villa presenta le caratteristiche di serenità e di compostezza proprie dello stile neoclassico: unico accenno a qualche desiderio di pompa, è la glorietta (lanterna), ben proporzionata che si eleva sul colmo del tetto.
Adiacenti alla villa, verso settentrione sono le rimesse che circondano il maneggio, con una disposizione architettonica di ottimo gusto.
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